L’Unione Europea ha deciso di alzare l’asticella nella lotta contro l’inquinamento delle acque. Per la prima volta, alcuni farmaci di largo consumo, come ibuprofene e diclofenac, sono stati inseriti nella lista delle sostanze da monitorare perché con effetti ambientali rilevanti
Il messaggio è chiaro: oltre ai noti PFAS, al bisfenolo-A e a pesticidi come il glifosato, anche i medicinali più comuni possono avere un impatto sull’ecosistema se non vengono gestiti correttamente. L’obiettivo è duplice: proteggere gli ecosistemi e ridurre i rischi per la salute dei cittadini.
Tra le sostanze che verranno monitorate rientrano anche le microplastiche e gli indicatori di resistenza antimicrobica.
L’accordo europeo in breve sulla lotta all’inquinamento delle acque
Il compromesso raggiunto prevede:
- Controlli coordinati a livello europeo per contenere i costi;
- Possibilità di chiedere ai produttori di contribuire alle spese di monitoraggio;
- Maggiori tutele per cittadini e associazioni che vogliano agire legalmente contro chi non rispetta le regole.
Perché interessa le farmacie
Parlare di inquinamento delle acque significa riconoscere che i farmacisti hanno una responsabilità concreta: informare i cittadini sul corretto smaltimento dei medicinali.
Ricordare che i farmaci scaduti vanno riportati in farmacia, e non buttati nella spazzatura o nel lavandino, è un gesto che tutela l’ambiente e rafforza il ruolo della farmacia come presidio di salute e responsabilità sociale.
Opportunità di comunicazione
Tradurre le decisioni dell’UE in messaggi semplici e senza creare allarmismi non è sempre facile. Eppure, può trasformarsi in un vero vantaggio competitivo. Il sito web della farmacia, i social media e lo stesso banco sono touchpoint preziosi e sempre più strategici per dare risposte di questo tipo.
E tu, sai come comunicare questi messaggi? Se la risposta non è affermativa, allora sei nel posto giusto al momento giusto:
Clicca qui e scopri la nostra offerta dedicata solo alle farmacie.
Per approfondimenti: clicca qui.