A cura della
Dott.ssa Sally Fadlon, Socia Agifar Roma
L’esercizio fisico è un valido aiuto per chi soffre di patologie importanti come il diabete mellito.
Fare sport può aiutare ad incrementare il metabolismo del glucosio (1,2), la sensibilità all’insulina (5) aiutando così a ridurre le terapie orali.
Ma ci sono raccomandazioni diverse a seconda del tipo di diabete.
Persone con diabete mellito di tipo I sono generalmente magri.
Tale patologia sfoga in giovane età ed ha cause autoimmuni con distruzione delle cellule beta del pancreas, si è pertanto dipendenti dall’insulina esogena.
La gestione dei dosaggi di insulina e il controllo glicemico è fondamentale per la partecipazione atletica a tutti livelli.
Pazienti con diabete mellito di tipo II presentano spesso sovrappeso e obesità e la patologia esordisce in età adulta.
La patologia porta i pazienti ad avere insulina-resistenza e insulino-deficienza, a volte può essere controllato con la dieta o l’esercizio fisico.
Dopo un pasto l’aumento dei livelli di glucosio plasmatico stimola la produzione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas.
L’insulina è l’ormone anabolico per eccellenza, infatti tramite la sua azione:
facilita il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule ed ha pertanto azione ipoglicemizzante (abbassa la glicemia). Favorisce l’accumulo di glucosio sotto forma di glicogeno (glicogenosintesi) a livello epatico ed inibisce la degradazione da glicogeno a glucosio (glicogenolisi).
Quando i livelli di glucosio sono bassi il glucagone stimola la generazione di glucosio epatico e la soppressione dell’insulina.
Durante l’esercizio fisico la produzione di insulina è soppressa per consentire la liberazione di glucosio epatico. Le cellule muscolari sono più sensibili all’insulina rimanente in circolo permettendo un assorbimento più efficiente del glucosio.
Durante l’esercizio i livelli di glucosio plasmatico scendono ma non portano l’atleta in stato ipoglicemico.
Si abbassano anche i livelli di insulina per aumentare quelli del glucagone.
I diabetici non insulino-dipendenti durante l’esercizio non hanno episodi rilevanti di ipo o iperglicemia, mentre i diabetici insulino-dipendenti sono più a rischio a causa della loro dipendenza del glucosio esogeno e potrebbe portarli ad avere sintomi di fame, sudorazione, palpitazione, ansietà, vertigini e stato confusionale. (3)(4)
Purtroppo il diabete è una patologia che può insorgere in ogni momento della vita e lo sport non avendo limiti di età resta un valido aiuto sempre, vediamo perché:
– in età pediatrica: in uno studio si nota che l’attività fisica regolare, aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di glucosio ematico, la sensibilità all’insulina anche in tenera età. (6)
– nelle donne in dolce attesa: anche qui si hanno grandi benefici, infatti uno studio ha mostrato importanti risultati per quanto riguarda un moderato esercizio a partire dal secondo o terzo trimestre della gravidanza che può aiutare ad attenuare gli effetti avversi del diabete gestazionale. (7)
Ovviamente un paziente diabetico che fa attività sportiva, deve essere educato alle eventuali reazioni che possono scatenarsi in caso di ipoglicemia.
Nei pazienti con diabete di tipo II un esercizio aerobico costante aiuta a ridurre la massa grassa e il peso senza perdere la massa magra, migliora la sensibilità all’insulina, riduce la pressione arteriosa e i livelli di glucosio ematico.
Per questi e altri motivi l’attività fisica, in pazienti con diabete di tipo II, deve essere considerata una componente importante nella cura di questa patologia. (8)
ultimamente si è anche notato che un regolare esercizio fisico può aiutare a contrastare la sarcopenia, comune in pazienti più anziani con diabete di tipo II. (9)
Anche patologie così complesse possono essere tenute “sotto controllo” grazie all’attività fisica, che non solo riesce a donare una sensazione di benessere a livello mentale e in caso di diabete anche a livello glicemico ovviamente integrando lo sport alla terapia indicata dal medico e/o dallo specialista.
(1)Boule NG, Haddad E, Kenny GP, Wells GA, Sigal RJ. Effects of exercise on glycemic control and body mass in type 2 diabetes mellitus: a meta-analysis of controlled clinical trials. JAMA. 2001;286:1218-1227
(2)Thomas DE, Elliott EJ, Naughton GA. Exercise for type 2 diabetes mellitus. Cochrane Database of Systematic Reviews. 2006, Issue 3
(3)Cryer PE. Glucose homeostasis and hypoglycemia. In: Kronenberg HM, Melmed S, Polonsky KS, Larsen PR, eds. Williams Textbook of Endocrinology. 11th ed. Philadelphia, PA: Saunders-Elsevier; 2008:1503-1536
(4)Diabetes in Sports. Christine Shugart, MD, Jonathan Jackson, MD, and Karl B. Fields, MD
Sports Health. 2010 Jan; 2(1): 29–38.
(5)Winnick JJ, Sherman WM, Habash DL, et al. Short-term aerobic exercise training in obese humans with type 2 diabetes mellitus improves whole-body insulin sensitivity through gains in peripheral, not hepatic insulin sensitivity. J Clin Endocrinol Metab. 2008;93:771-778
(6)Physical activity, sport, and pediatric diabetes
MC Riddell, KE Iscoe
Pediatric diabetes 7 (1), 60-70, 2006
(7)Exercise during pregnancy and gestational diabetes-related adverse effects: a randomised controlled trial
Ruben Barakat, Mireia Pelaez, Carmina Lopez, Alejandro Lucia, Jonatan R Ruiz
British journal of sports medicine 47 (10), 630-636, 2013
(8) Exercise and diabetes. Pierpaolo De Feo, Chiara Di Loreto, Anna Ranchelli, Cristina Fatone, Giovanni Gambelunghe, Paola Lucidi, Fausto Santeusanio
Acta Biomed 77 (Suppl 1), 14-17, 2006
(9)Exercise and glycemic control in diabetes: benefits, challenges, and adjustments to pharmacotherapy. Eric Arthur Gulve.
Physical Therapy 88 (11), 1297-1321, 2008