Il ruolo del farmacista nel trasformare il “poi” in “adesso”

Nel Mese Rosa, il ruolo del farmacista è rendere semplice la prevenzione. In un’Italia a due velocità fotografata dall’ISS, fiducia e prossimità possono trasformare il “poi” in “adesso”.
Il ruolo del farmacista nel trasformare il "poi" in "adesso"
Il ruolo del farmacista nel trasformare il "poi" in "adesso"

Ottobre è il Mese Rosa. Si parla di prevenzione, si condividono storie e si ricordano controlli da non rimandare. Tuttavia, c’è un punto che incuriosisce: le adesioni agli screening mammografici aumentano, ma l’Italia non si muove tutta insieme. In sintesi, l’Istituto Superiore di Sanità descrive un Paese a due velocità. In questo quadro, il ruolo del farmacista diventa decisivo.

Perciò, vale la pena analizzare i dati. Il 75% delle donne di età compresa tra i 50 e 69 anni aderisce. Al Nord è l’86%, al Centro l’80%, al Sud il 62%. Inoltre, una donna su dieci, pur avendo l’età giusta, non ha mai fatto uno screening per il tumore al seno. Perché? Spesso ci sono distanze dai centri diagnostici. Oppure mancano informazioni. A volte prevalgono timori o non si sa a chi rivolgersi.

Qui entra in scena un protagonista spesso sottovalutato: la farmacia. Infatti, il ruolo del farmacista nel trasformare il “poi” in “adesso” è spesso trascurato.

La forza della prossimità

La farmacia è il primo luogo in cui ci si ferma, anche solo per un consiglio. È uno spazio di fiducia, vicino e rassicurante. Di conseguenza, grazie alla presenza capillare, soprattutto nei piccoli centri, può diventare un punto di riferimento per la sensibilizzazione.

Il farmacista può fare più di quanto si pensi. Ad esempio può:

  • distribuire materiali informativi,
  • spiegare come prenotare una mammografia,
  • Rispondere ai dubbi e invitare con semplicità a non rimandare i controlli.

Sembra un gesto da poco, ma è potentissimo.

E c’è un vantaggio spesso invisibile ma decisivo: la fiducia. Il dialogo continuo tra cittadino e farmacista rende la farmacia il punto di contatto più accessibile per un’educazione sanitaria non episodica, bensì costante.

Dalla parola all’azione

La prevenzione, per essere efficace, ha bisogno di qualcuno che la renda accessibile. E infatti, le farmacie incontrano ogni giorno persone che restano ai margini dei programmi di screening: donne con meno tempo, meno informazioni o più paure. Quindi, un invito, un dépliant, un reel su Instagram o anche solo una chiacchierata possono fare la differenza tra “ci penserò” e “lo prenoto subito”.

Nel Mese Rosa, il messaggio è chiaro: la prevenzione parte anche dal banco della farmacia. Per questo, la salute è un dialogo quotidiano fatto di ascolto, fiducia e piccoli gesti che, alla fine, cambiano davvero le cose.

La ricerca ISS: innovazione e governance clinica

Oltre a rilevare i tassi di adesione, l’Istituto superiore di sanità lavora per alzare la qualità di diagnosi e terapie: dalla ricerca di base alle soluzioni tecnologiche, includendo l’uso dell’Intelligenza Artificiale per screening e diagnostica e lo studio di biomarcatori circolanti per intercettare prima la malattia.

Questo impegno, spesso in collaborazione internazionale, si traduce in strumenti concreti per il sistema: linee guida, buone pratiche e politiche sanitarie.

Registro nazionale delle Breast Unit

All’ISS è stato avviato il Registro Unico Nazionale delle Breast Unit: uno strumento per armonizzare i dati, seguire i percorsi di diagnosi e cura, far emergere le esperienze più efficaci e diffonderle. In pratica, aumenta trasparenza e governo clinico, permettendo interventi rapidi dove compaiono criticità o disuguaglianze.

Conclusioni

La prevenzione funziona quando incontra qualcuno che la rende semplice. L’ISS mette a disposizione strumenti e standard – IA, biomarcatori, Registro delle Breast Unit – ma il passaggio decisivo avviene in farmacia: informazione chiara, orientamento immediato, invito a prenotare. È qui, infatti, che il “poi” si trasforma in “adesso”.

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